Il telefonino di Adele a Pasquetta era ai Prati di Tivo?

TERAMO – Il telefonino (mai trovato) di Adele Mazza, la 49enne teramana strangolata e fatta a pezzi a Pasquetta del 2010, nel giorno in cui veniva uccisa o era stata già uccisa, ha agganciato la cella telefonica di Pietracamela e Prati di Tivo. Lo ha rivelato l’avvocato difensore di Romano Bisceglia, Barbara Castiglione, nel corso del suo intervento in aula al processo in Corte d’Assise dove è imputato il 53enne teramano, rilanciando la notizia nella trasmissione Fino a prova contraria di Teleponte. La rivelazione arriva dall’esame dei tabulati del numero telefonico della vittima e discusso in aula dinanzi al perito nominato dalla procura, che sarà risentito a gennaio. Secondo gli accertamenti tecnici forniti dal gestore, quel numero cellulare la mattina del 5 prile 2010, giorno di Pasquetta, aveva messo in funzione una cella di un ripetitore di Pietracamela, quando è stato contatto dal terminale del fratello della donna, Paolo. E nel pomeriggio, un altro contatto: ma stavolta il cellulare aggancia una cella di un ripetitore del capoluogo. Perchè il cellulare era nella zona montana della provincia di Teramo? Perchè Adele era lì? E’ stata uccisa lì? Secondo le ricostruzioni fatte dagli investigatori, Adele Mazza potrebbe essere stata uccisa tra il 4 e il 5 aprile a Teramo e i pezzi del suo corpo disseminati lungo la scarpata di via Franchi, alla periferia della città. nella giornata di Pasquetta, per essere ritrovati parte nella tarda serata e parte nella mattinata del 6 aprile. Questo nuovo aspetto cambierebbe e di molto il quadro utile per la ricostruzione dei tempi del delitto. In attesa che gli esperti spieghino quale raggio di azione abbia quella cella, cioè spiegare entro quale spazio chilometrico il ripetitore possa agganciare i cellulari presenti, le ipotesi dicono che Adele potrebbe essere stata ammazzata non a Teramo e che poi il cadavere sia stato riportato in città.